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L’appuntamento

L'appuntamento by Cosimo Palermo

Ricordo ancora bene quel sabato nefasto.

In quei giorni il quarto potere ancora si camuffava con il famoso social Makemehappy.

Io come in tanti cademmo nella subdola rete di quel gioco narciso e sfocante della seconda identità virtuale.

Feci il login, il mio sguardo cadde per un’istante sul logo attrattivo e sgargiante del software, poi con la coda dell’occhio scorsi alcune notifiche in rosso a ricordarmi di un messaggio e una richiesta d’amicizia in sospeso. 

Il suo nome mi parse fin da subito al quanto insolito, sapeva di buia foresta ostentata di bianca luce.

La foto era professionalmente attrattiva, negli anni a seguire imparai a riconoscere i sui secondi fini, compresi le sue tecniche e le sue debolezze.

Decisi di accettare la richiesta d’amicizia senza darci troppo peso, pensavo fosse un fake profile, troppo bello per essere vero, terminai la sessione,  mi vestii rapidamente e scesi giù in strada a fare la spesa.

Da casa mia ero solito comprare in due differenti  aereo-mercati localizzati in posizioni equidistanti ma direzioni opposte, decisi di dirigermi verso il Prezzo Mini, una catena molto diffusa, di taglio economico. 

Tornai con due buste piene di cibo bio-molecolare e un paio di buone bottiglie di skooma, color rosso rubino.

Tirai su lo schermo del mio localizzatore, mi accorsi di un nuovo messaggio in attesa, sottolineato da un lampeggiamento incessante, la foresta buia ebbe il sopravvento.

Non ricordo esattamente i contenuti delle nostre primissime conversazioni, parlammo di tutto dal jazz al cinema in maniera abbastanza vaga, e continuava a ronzarmi nelle orecchie uno strano presagio al quale non volli dare la giusta considerazione, anzi, preso della sue dolci menzogne, abboccai all’amo.

Accettai l’appuntamento. 

Il locale lo scelse lei, io colsi il non proprio sottile secondo senso soltanto anni dopo, come altri me ne vennero in mente.

Il locale era ubicato in una ex zona portuale, riqualificata, che ancora sapeva di bordello. 

Arrivai in anticipo come mio solito, era l’ultimo Lunedi’ del mese di Gennaio 2116, scelsi un tavolo sospeso di ultima generazione fluttuante nel cortiletto ricavato sul retro del locale, accesi una delle mie sigarette eugenetiche e diressi il mio sguardo al cielo intriso di particelle marziali ramate, piovute nella nostra atmosfera dopo l’ultimo evento sismico cosmico.

Aspettai alcuni minuti, in un attimo scorsi una figura di donna uscire dalla porta interna del locale verso il cortiletto con aria confusa, dolci capelli color sole e lineamenti fiabeschi, ebbi la sensazione che stesse per andare via, che non potesse essere lei la donna che io stavo aspettando.

Di scatto si girò, ci accorgemmo d’entrambi, non avevo mai visto cosa più bella in vita mia.

Dopo un primo minuto di ghiaccio dovuto alla mia sigaretta eugenetica, che con un poco d’imbarazzo e un pizzico di vergogna mi affrettai a disciogliere nella soluzione bio-atomica, ci spostammo all’interno.

Le pareti affrescate di nudo  sembravano emettere tremiti d’antico piacere e trasportarono la mia mente nel tempo, il locale culto dovette essere ricostruito in seguito all’innalzamento del livello dei mari planetario che affogo buona parte degli ecosistemi costieri  terrestri mantenendoli nascosti per molti anni durante il ventennio 2030-2050.  Le pareti furono riaffrescate nel medesimo stile pre-mareale.
Parlammo molto, con piacere diffuso, scoprendoci seducenti nelle nostre elocuzioni. La spogliai con gli occhi mille volte, cosa che non le dispiacque.
Lei rimase colpita dai miei discorsi fino a perdere il senso del tempo e dello spazio, fantasticando fino a dimenticarsi del golf in cashmere da 10.000 Bit abbandonato da qualche parte su un sofà in disparte.
Uscimmo dal locale con pena, entrambi volevamo che quella notte fosse infinita, le feci compagnia, percorremmo la ripida salita spalla a spalla desiderandoci intensamente, giungemmo alla sua car-jet made in Japan, le diedi un bacio e scambiammo i nostri contatti localizzatori.
Percorsi il solito sentiero di sali e scendi fino alla dimora dei Cavalieri, al numero civico 48.
La via dei Cavalieri era l’antica parte di agglomerato medievale pre-ingresso nel castello, che sapeva di vita vera, di città vecchia, con note di piscio e alcol a fondersi come nel ventre d’una vecchia puttana ubriaca. Amavo quell’atmosfera intensa, i tipi strani e le bocche di rosa, la notte era uno scintillio di vecchi culi a reclamare un po’ d’amore. Avvicinai il polso al lettore, la screendoor pubblicitaria arruginita e semi de-pixelizzata faticosamente si spalancò, entrando diedi una rapida sbirciata al video-notificatore automatizzato di sistema installato sulla destra dell’androne e mi diressi al montascale.

Entrando nel mini attico maleodorante di pipette eugenetiche, apri la finestra che dava sulla via e mi feci cullare alcuni minuti dai sospiri di godimento, il respiro profondo della vita che si concedeva alla notte. Sorpreso da alcuni brividi di freddo, mi rivenne in mente il film dell’appuntamento e mi addormentai di schianto.

Il mattino seguente come di routine ritornai alla mia vita reale di necessita’, presi un tubo sonico e 2 aero-bus per raggiungere la mia postazione lavorativa ubicata fuori Oblivion City, non distante dal quartiere Sinner.

Era uno squallido lavoro di sistema, per una multinazionale eugenetica operante in molti sistemi solari….

Lo scorso inverno, esattamente durante le festività natalizie del 2019 facendo un pò di sistemazioni di pacchi e suppelletteli dopo un trasloco, riebbi tra le mani un vecchio DVD contenente alcuni film, regalo di un mio amico nel lontano anno 2005. 

I films contenuti all’interno del DVD sono:

Il cielo sopra Berlino (Wim Wenders) 1987

Ladri di biciclette (Vittorio De Sica) 1948

Il dottor Stranamore (Stanley Kubrick) 1964

1984 Orwell (Michael Radford) 1984….

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